FRESHPLAZA | Focus sul mercato mondiale dell’uva da tavola
Attualmente l’offerta di uva su molti mercati è scarsa per una serie di ragioni. Quest’anno alcuni grandi Paesi produttori hanno iniziato la stagione in ritardo, in particolare il Perù e il Sudafrica. I disordini politici peruviani hanno portato al blocco di alcune operazioni di coltivazione. La stagione produttiva in Sudafrica è stata influenzata da forti piogge, grandine e caldo, che hanno portato a un’inversione di tendenza nella crescita dei mercati degli ultimi anni. Anche in India la stagione è stata ritardata fino a 20 giorni, ma le prospettive per il resto della campagna sono buone.
Su altri mercati, come Spagna e Italia, il problema non è tanto l’offerta quanto la domanda. In tali Paesi i consumatori, di fronte all’aumento dei prezzi e alla crisi economica, stanno rinunciando ad acquistare uva. Tuttavia, dato che per molte nazioni la stagione è appena iniziata, resta da vedere come andrà l’annata.
Paesi Bassi: buone pezzature ma peso inferiore per l’uva sudafricana importata
Un fenomeno insolito, che si verifica una volta ogni pochi anni, si sta riscontrando con l’uva sudafricana. “Gli acini sono del giusto calibro, ma non il giusto peso. Ogni singolo acino, infatti, pesa uno o due grammi in meno. Osservando i vigneti la produzione sembra buona, ma al momento dell’imballaggio i coltivatori hanno il 20-25% di tonnellaggio in meno”, osserva un importatore olandese.
L’inizio della stagione delle uve d’oltremare è stato eccellente quest’anno. “L’offerta è stata molto scarsa soprattutto fino a Natale. Il Brasile ha inviato il 35% di uva in meno, il Perù ha sicuramente inviato volumi inferiori all’inizio e la stagione europea si è conclusa in anticipo. Di conseguenza, il mercato è stato buono fino a Natale. Dopo la festività, tuttavia, le vendite si sono calmate molto – continua – Il Sudafrica ha spedito volumi sufficienti per diverse settimane, ma negli ultimi 20 giorni l’offerta è stata nettamente inferiore”.
Anche le prossime settimane potrebbero essere insolite. Questo perché le aree di produzione più tardive sono notevolmente in anticipo. Pertanto, con la minore produzione delle zone precoci si verifica una sorta di effetto ad armonica, che potrebbe far apparire le statistiche molto diverse in questa stagione. “Per quanto riguarda le uve rosse e nere si prevede che nelle prossime settimane arriveranno in Europa volumi normali nonostante il peso inferiore, mentre in teoria potrebbe esserci una carenza di uve bianche”.
“Quest’anno non stiamo assistendo alle interruzioni delle spedizioni che abbiamo dovuto affrontare nello stesso periodo dell’anno scorso. Fortunatamente le compagnie di navigazione si sono concentrate molto su questo aspetto, quindi c’è molta più stabilità sul fronte degli arrivi. E anche la qualità delle uve è generalmente buona. Le aree di produzione di Limpopo e Mpumalanga hanno sofferto un po’ per il clima, quindi la qualità è variabile, ma le uve di Namibe, Orange River e Capo Occidentale sono semplicemente eccellenti.
“I prezzi sono tornati a livelli normali, ma comunque buoni. Tra l’altro, sono anche particolarmente necessari, visti tutti i costi della filiera. Oltre a tutti gli aumenti dei costi sia nelle zone di produzione che qui, le spese di trasporto via mare dal Sudafrica e dal Perù continuano a essere molto più alte”.
L’India aveva già iniziato ad esportare con cautela, ma ha interrotto nuovamente le esportazioni a causa del forte mercato locale e del basso grado Brix dell’uva. Le esportazioni riprenderanno nelle prossime settimane, ma l’India ha una stagione tardiva ed è in ritardo di almeno due settimane rispetto al normale. Il vantaggio dell’uva indiana è che i prezzi del trasporto marittimo si sono nuovamente normalizzati. I prezzi sono la metà di quelli dell’anno scorso.
“Il prezzo rimane un fattore importante in questa situazione economica. Ci si chiede se i consumatori siano disposti a pagare un prezzo più alto, ma questo vale per tutti i prodotti, sia per la lattuga iceberg locale che per la frutta d’oltreoceano. Fino alla fine dell’anno scorso la voglia di agire per l’uva dal lato dell’offerta non era così alta perché i volumi non c’erano. Per gennaio, però, sono in programma alcune promozioni. C’è molta pressione promozionale in tutto il mercato, quindi avranno sicuramente bisogno di queste promozioni per vendere tutti i volumi”, conclude l’importatore olandese.
Belgio: le importazioni di uva non risentono dei disordini nel principale Paese di origine, il Perù
Attualmente la maggior parte dell’offerta di uva in Belgio proviene dal Perù. Nonostante i disordini nel Paese, l’approvvigionamento non risulta compromesso al momento, come conferma un importatore. “All’inizio dei disordini abbiamo notato gli effetti per un po’, ma tra Natale e Capodanno siamo riusciti a procedere molto bene. Non stiamo parlando di quantità particolarmente elevate, ma la frutta è sufficiente per soddisfare la domanda”.
In generale, le vendite sono proseguite piuttosto bene nelle ultime settimane. “Le varietà di qualità si vendono a prezzi buoni. Ci sono anche altre varietà provenienti dal Sudafrica, ma la loro qualità, a mio parere, non è ancora paragonabile a quella delle uve provenienti dal Perù. Tuttavia, come detto, l’offerta non è particolarmente elevata. La domanda, anche con prezzi relativamente alti, è comunque buona e la cosa è notevole considerando la situazione economica di molti consumatori in questo momento”.
“Sembra che ci sia un po’ meno offerta, ma resta da vedere come si svilupperà il mercato. Se la domanda rimane a questo livello, potrebbe esserci una carenza. Allo stesso tempo il mercato potrebbe tranquillizzarsi con un’offerta più che sufficiente nelle prossime settimane – ha proseguito l’importatore – Come andrà a finire la stagione è tutto da vedere, perché non è come gli altri anni. L’uva resta comunque una storia a parte da questo punto di vista. Ciò che si vende molto bene questa settimana potrebbe non vendersi affatto la prossima. È un mercato molto volatile, con alti e bassi”.
Germania: previsti minori volumi di uva sudafricana
Secondo un importatore tedesco, nelle prossime settimane si prevedono volumi di esportazione inferiori, soprattutto per le varietà bianche, a causa delle piogge in tutte le principali regioni di coltivazione del Sudafrica. Ciò avviene in concomitanza con i ritardi negli arrivi dal Perù. Dopo che la stagione dell’uva dell’emisfero meridionale è iniziata con un certo ritardo rispetto all’anno scorso, con arrivi dal Brasile e dal Perù a partire dall’inizio di novembre a causa della buona disponibilità di varietà tardive della stagione europea, le prime settimane di commercializzazione fino alla fine dell’anno sono state caratterizzate da una significativa carenza di offerta. Inoltre, il Perù è stato colpito da diversi problemi, come gli scioperi nel settore dei trasporti e i conseguenti ritardi, fino al calo della redditività dovuto al significativo aumento dei costi di produzione e di logistica.
La stagione è cominciata con volumi molto ridotti a causa delle forti piogge all’inizio del raccolto nel Limpopo, in Sudafrica, che hanno portato a perdite di raccolto e anche a un ritardo nelle prime esportazioni. Dopo che in seguito sono state registrate precipitazioni significative anche nelle altre due importanti regioni di coltivazione a Orange River e nel Capo Occidentale, ora si prevedono volumi di importazione inferiori a partire dalla fine di gennaio, soprattutto per le uve bianche senza semi. Si registrano anche perdite di uva rossa senza semi nelle varietà più sensibili, come la Starlight, e resta da vedere se ci sarà un’offerta insufficiente. I prezzi sono significativamente più alti rispetto all’anno scorso, ha detto, soprattutto a causa dell’aumento dei costi lungo la catena di fornitura. In Sud America a ciò si aggiunge il tasso di cambio euro/dollaro estremamente sfavorevole. I prezzi di vendita sono più alti dell’anno scorso.
La stagione delle uve bianche provenienti dal Sudafrica inizia generalmente con i prodotti standard da metà dicembre all’ottava settimana, seguiti dalle varietà premium, che si possono trovare sul mercato fino alla quindicesima settimana circa. Le uve rosse del Sudafrica possono essere offerte fino alla fine di maggio, prima che le uve egiziane e marocchine appaiano sul mercato europeo. Da anni i dettaglianti alimentari tedeschi nutrono un crescente interesse per le uve rosse. Tuttavia, le varietà di uva che contengono semi, come la Red Globe, stanno perdendo sempre più importanza sul mercato tedesco.
Italia: il settore viticolo si trova ad affrontare sfide difficili
Quest’anno il comparto dell’uva da tavola italiano ha sofferto per una serie di motivi legati alla criticità del periodo e al clima. Si è purtroppo scontrato con uno stallo dei consumi, che sono stati condizionati dalla guerra, dall’inflazione, dal caro energia e dal ritardo nell’adottare innovazioni colturali richieste dal mercato. Tutto ciò ha determinato una contrazione della domanda, con conseguente flessione dei prezzi all’origine sia rispetto al 2021, sia rispetto al prezzo medio del triennio 2018-2020.
Si è registrato il Natale con la minor disponibilità di uve italiane presenti sul mercato. Un produttore della provincia di Bari (Puglia) ha dichiarato: “Il prodotto non si è mantenuto, a causa dell’elevato e prolungato tasso di umidità, che ha influito sulla qualità degli acini. Inoltre, le alte temperature hanno fatto deperire più velocemente i grappoli. L’andamento climatico anomalo ha contribuito a diffondere nei vigneti malattie fungine, facendo diventare cosi i grappoli non più idonei per la commercializzazione, tanto che molti retailer hanno preferito bloccare le forniture italiane e rivolgersi all’estero”.
Nei mercati all’ingrosso italiani sono presenti uve provenienti da Sudafrica, Spagna e Perù a prezzi prevalenti che vanno da 2,40 a 4,00 euro, a seconda della varietà e dei mercati.
Spagna: la stagione dell’uva da tavola è finita, le vendite di uva importata continuano a essere stagnanti
La stagione dell’uva da tavola spagnola si è conclusa con l’ultima varietà tradizionale bianca con semi Aledo, per le celebrazioni di Capodanno. I coltivatori riferiscono di un mercato squilibrato per l’uva quest’anno, poiché i prezzi non sono stati in linea con i costi a causa di una domanda stagnante nel 2022. Anche l’uva da tavola senza semi è terminata e ora solo le varietà importate riempiono il mercato spagnolo. Secondo un coltivatore e commerciante spagnolo, da novembre le vendite non procedono per le varietà importate, principalmente dal Perù. Poiché i prezzi di importazione dell’uva peruviana sono elevati a causa della minore disponibilità e dell’aumento dei costi logistici, è diventata uno dei prodotti ortofrutticoli più costosi a scaffale, il che ha rallentato notevolmente i consumi.
Sudafrica: la tendenza alla crescita dell’uva si è invertita quest’anno a causa delle cattive condizioni climatiche
Nelle regioni di Olifants River Valley, Berg River Valley e Hex River Valley la raccolta è attualmente in pieno corso, a conclusione di una stagione difficile per le regioni precedenti, che sono state significativamente colpite da pioggia e grandine e dal caldo primaverile. La campagna è stata complessivamente precoce.
Le precipitazioni hanno colpito anche le zone più tardive che normalmente sono senza piogge in questo periodo dell’anno, e ciò ha ridotto la quantità di uva esportata. Per questo motivo, la stima dell’uva per questa stagione è di 66 milioni di cartoni da 4,5 kg, valore che causa un’inversione nella tendenza alla crescita degli ultimi anni.
I coltivatori hanno inviato uve, di cui non sono sicuri della qualità e della conservabilità, a impianti di essiccazione per la produzione di uva sultanina o al mercato locale. Alcuni hanno perso completamente la corsa al Capodanno cinese, di solito un’opzione redditizia se le dimensioni e la qualità lo consentono, a causa della pioggia e della grandine sull’uva.
A parte il clima, le interruzioni dell’elettricità sono critiche e rappresentano un costo gigantesco per i coltivatori che devono gestire i magazzini, le celle frigorifere e le pompe di irrigazione con generatori diesel. Il costo della generazione di energia alternativa sta intaccando seriamente i margini di guadagno.
A causa dei tagli all’energia elettrica, la produzione di cestini di plastica è stata compromessa e alcuni segnalano una carenza di prodotto.
Nel frattempo il mercato dell’uva europeo e inglese non sono pieni. La Orange River Valley è rimasta a corto di volumi per i programmi dei supermercati, quindi la Namibia ha avuto il mercato tutto per sé e le sue esportazioni (9 milioni di cartoni da 4,5 kg) saranno le più alte mai registrate.
India: inizio tardivo della stagione, buone prospettive per l’esportazione in Cina
La stagione dell’uva indiana è appena iniziata. Rispetto alla scorsa stagione c’è stato un ritardo di 15-20 giorni nel processo di coltivazione, come la potatura e l’irrorazione. Verso la metà di dicembre si è verificata una pioggia inaspettata, che ha avuto effetti sulle varietà precoci. In seguito, durante la raccolta, dovrebbero esserci più piogge. La domanda del mercato cinese sembra essere buona quest’anno. L’anno scorso gli esportatori indiani non hanno potuto spedire verso questo mercato perché l’approvazione ufficiale è stata ritardata. Al momento i volumi di esportazione sono inferiori di circa il 20% rispetto all’anno scorso. Ci sono state tariffe competitive per le uve provenienti da altri Paesi, come la Namibia e il Sudafrica. Nel complesso, i volumi dei raccolti di questa stagione sono buoni e i volumi di esportazione aumenteranno nelle prossime settimane.
Cina: crescita della produzione nazionale, attenzione allo sviluppo varietale
Secondo i dati dell’USDA, la produzione cinese di uva da tavola fresca dovrebbe aumentare del 13% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 12,6 milioni di tonnellate nella stagione 2022/23.
Lo Xinjiang è stata la più grande regione produttrice di uva della Cina nel 2021, seguita da Hebei, Shandong, Shaanxi e Yunnan. Lo Yunnan è un’area di coltivazione in crescita per le uve fresche, dove si testano e si mettono in produzione sempre di più le nuove varietà. L’uva cinese Shine Muscat, simile all’uva giapponese Muscat, è un esempio di varietà la cui popolarità e produzione sono in costante crescita. Si prevede un aumento delle esportazioni verso mercati come il Vietnam, Singapore e la Thailandia, ora che le restrizioni Covid sono state abolite.
La Cina importa circa 10.000 container di uva fresca all’anno. Il Perù è un grande fornitore di uva per la Cina, così come il Sudafrica, gli Stati Uniti e l’Australia. Attualmente sono disponibili sul mercato delle importazioni uve bianche peruviane. Secondo un commerciante di Guangzhou, “gli attuali prezzi di mercato dell’uva bianca peruviana sono più alti rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, il sapore e la qualità sono meno buoni, il che influisce sulle vendite. Le uve rosse peruviane stanno iniziando ad arrivare in quantità maggiori e il loro prezzo sta scendendo. Il sapore dell’uva rossa è buono e le vendite sono positive. Di recente è arrivato un primo container di uva nera sudafricana”.
Nord America: le forniture di uva risentono dei disordini in Perù
Le forniture di uva in Nord America continueranno probabilmente ad essere limitate per il resto del mese. A cominciare dal Perù, le cui forniture sono state posticipate di qualche settimana a causa del clima più fresco durante il ciclo di coltivazione nella regione meridionale di Ica, nonché dei recenti disordini politici e sociali.
“Le proteste sociali hanno bloccato le autostrade, facendo letteralmente chiudere l’industria. Non ne ha risentito solo il settore dell’uva, ma anche quello di avocado, mirtilli, asparagi. L’intera industria agricola peruviana è rimasta bloccata per sette giorni”, racconta uno spedizioniere. Ciò significa che si è persa una settimana di confezionamento e spedizione dell’uva, che si comincia ad avvertire ora con un calo delle forniture sul mercato a partire dalla fine della scorsa settimana e dalla prima parte di questa. “Se si perde una settimana, quasi un milione di cassette di frutta sono fuori dal mercato”.
Le proteste sono riprese anche nella seconda metà della settimana successiva e la chiusura delle strade ha impedito ai braccianti di raggiungere le aziende agricole. “Quindi abbiamo perso di nuovo quattro giorni interi di produzione, e si tratta di frutta che sarebbe arrivata nell’ultima settimana di gennaio”.
In Cile la produzione è stata ritardata nel nord. “Di solito riceviamo la prima nave cilena di uva sfusa l’ultima settimana di dicembre. Io ricevo i primi arrivi di uva da tavola cilena alla fine di questa settimana, quindi il ritardo è di due settimane e mezzo”.
La produzione di uva nella parte settentrionale del Cile si è ridotta negli ultimi 10 anni. Secondo le stime, la regione produce solo il 50% di quanto produceva un decennio fa. “Il volume è diminuito nel nord, perché negli anni i mercati sono stati molto depressi per i frutti precoci del nord. Tutte queste cose si sono sommate negli ultimi cinque anni”.
Quando inizieranno ad arrivare i volumi? Entrambe le regioni vedranno probabilmente arrivare maggiori volumi a metà febbraio. “Quindi è meglio essere presenti nelle ultime due settimane di febbraio e in marzo. Ciò significa essere presenti e promuovere la frutta”.
Questi due Paesi sono attualmente i principali trasportatori di uva. “Normalmente, il Sudafrica si contende le quote di mercato. Tuttavia, circa un mese fa hanno subito delle terribili piogge torrenziali che hanno avuto un impatto sul loro raccolto”, afferma. Lo stesso vale per il Brasile, che tende a spedire volumi significativi a partire dalla fine di dicembre e all’inizio di gennaio. “Anche nella loro regione di coltivazione si sono verificati eventi piovosi terribili e alcuni coltivatori hanno perso il 50-60% della loro produzione”.
Per quanto riguarda la domanda, è forte, ma bisogna tenere presente che è la riduzione delle scorte che l’aiuta in questo senso.
I mercati sono effettivamente forti soprattutto per le varietà brevettate, ma anche per alcune varietà convenzionali. “Questo continuerà fino alla fine del mese. Poi dovremo avere prezzi aggressivi a partire dalla metà di febbraio fino a marzo”, dice, notando che i prezzi del mercato spot sono attualmente tra i 32 e i 36 dollari.
Cile: il Paese si prepara a esportare uva da tavola negli Stati Uniti con l’approccio sistemico
Secondo le ultime stime dell’industria cilena, le esportazioni di uva da tavola ammonterebbero a 67.741.801 cassette (da 8,2 kg), per un totale di 555.483 tonnellate. Questo volume previsto dal Comitato per l’uva da tavola dell’ASOEX rappresenta un calo dell’8,9% rispetto alla stagione precedente (2021/22) a causa della sostituzione varietale in atto nel Paese.
Il Comitato per l’uva da tavola ha inoltre confermato che le nuove varietà raggiungeranno 36.724.746 casse (pari al 54,2% del totale), mentre quelle tradizionali, tra cui la Red Globe, arriveranno a 31.017.055 casse. “Le nuove varietà bianche supereranno i 13 milioni di cartoni, quelle nere i 4 milioni e quelle rosse i 18 milioni”, ha precisato l’ente. Il Nord America continuerà a essere la principale fonte di uva fresca cilena, con una stima di 37.218.578 casse, seguito dall’Asia con 13.923.978 casse. Mentre l’Europa è in terza posizione con 9.059.231 casse.
Gli Stati Uniti, in particolare, hanno avuto una quota del 49% nella stagione 2021/22 e attualmente l’industria si sta preparando per l’implementazione dei siti di ispezione fitosanitaria per l’uva da tavola per l’esportazione verso il suo mercato principale nell’ambito dell’approccio sistemico, che sarà applicato a partire dalla prossima stagione.
“Attualmente, le uve cilene inviate negli Stati Uniti devono essere fumigate in conformità al protocollo di importazione tra i due Paesi, il che influisce sulla qualità e sulla competitività dei frutti – ha riferito ASOEX a fine dicembre – Tuttavia, l’USDA-APHIS ha recentemente pubblicato nel Federal Register una proposta di norma che consentirebbe di importare sul mercato statunitense uva da tavola cilena secondo l’approccio sistemico, sostituendo la fumigazione. Una misura che potrebbe essere attuata dai produttori/esportatori di Atacama, Coquimbo e parte di Valparaíso, a causa dei requisiti fitosanitari”.
“A questo proposito va notato che l’ente statunitense ha comunicato l’estensione del periodo di osservazioni su tale norma fino al 17 gennaio 2023, data in cui l’industria si aspetta di essere pienamente preparata a esportare con questo meccanismo”, ha osservato l’ente industriale.
“È nell’ambito dell’approccio sistemico che l’ASOEX sta collaborando con i governi regionali di Coquimbo e Atacama e con le aziende esportatrici di queste regioni per implementare due siti di ispezione fitosanitaria, uno in ciascuna regione, con lo scopo di verificare l’assenza di parassiti nei frutti, prima della loro esportazione nel mercato statunitense”.
“Infine, è importante ricordare che, da almeno 3 stagioni, ASOEX, insieme alla Foundation for Fruit Development (FDF) e a enti sindacali come Apeco, sta lavorando e sviluppando diversi progetti per preparare e formare produttori ed esportatori alla corretta esecuzione dell’approccio sistemico”.
Australia: l’industria australiana dell’uva si concentra sulla tracciabilità
Recentemente l’Associazione australiana dell’uva da tavola ha pubblicato il rapporto finale pilota sulla tracciabilità dell’uva da tavola. L’obiettivo era quello di ottenere una tracciabilità end-to-end dall’azienda agricola, attraverso la filiera, fino ai consumatori. Il rapporto afferma che l’adozione della tracciabilità è una priorità per i coltivatori a causa della crescente regolamentazione da parte dei Paesi importatori. Attualmente la tracciabilità del prodotto e della catena del freddo spesso termina quando la frutta entra nelle nazioni di esportazione, impedendo ai produttori di monitorare la qualità della frutta e di sfruttare il valore del marchio. Pertanto, un solido programma di tracciabilità, dai coltivatori alla catena di approvvigionamento, garantisce la sicurezza e l’affidabilità fino ai consumatori d’oltreoceano.
Secondo l’ATGA, l’esauriente relazione finale fornisce una visione visiva e approfondita del contesto, della tecnologia, delle esigenze del settore e dei risultati. “I risultati ottenuti nel corso del progetto pilota sulla tracciabilità dell’uva da tavola sono sorprendenti”, ha dichiarato l’ATGA. Il progetto pilota ha dimostrato il valore delle informazioni e dei dati: il livello di informazioni a portata di mano dei produttori, degli esportatori, della catena di approvvigionamento e dei consumatori è sorprendente. Tutti i partner e gli altri partecipanti al progetto pilota hanno dimostrato un impegno costante nel migliorare le pratiche di tracciabilità del settore dell’uva da tavola, e ne siamo grati”.
Le esportazioni di uva da tavola australiana sono cresciute del 300% negli ultimi 10 anni, passando da 80 milioni di dollari a 623 milioni di dollari nella stagione 2019/20, soprattutto verso l’Asia.
Data di pubblicazione: lun 16 gen 2023
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